Maria Nadotti

Giornalista, saggista, consulente editoriale e traduttrice, scrive di teatro, cinema, arte, cultura e società per testate italiane ed estere, tra le quali Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, Artforum, Lo Straniero, Ms. Magazine, Conjonctures, Salmagundi, Gli Asini. Collabora con il settimanale Internazionale e con il progetto editoriale Doppiozero. È autrice, tra gli altri, di Sesso & Genere (il Saggiatore, 1996; Mimesis, 2022); Scrivere al buio (La Tartaruga, 1998, poi ripubblicato in Elogio del margine - Scrivere al buio (Tamu Edizioni, 2020); Prove d’ascolto (Edizioni dell’asino, 2011); Trasporti e traslochi. Raccontare John Berger (Doppiozero, 2014); Necrologhi. Pamphlet sull’arte di consumare (il Saggiatore, 2015). Maria Nadotti ha inoltre tradotto e curato testi di Suad Amiry, Robin Morgan, Hayden Herrera, Pam Houston, Gretel Ehrlich, Assia Djebar, Giuliana Bruno, Judith Butler, bell hooks, Susan Sontag, Edward Said e altre/i. Le sue frequenti visite in Palestina l’hanno portata a concepire e produrre due cortometraggi documentari: Elogio della costanza (2006) e Sotto tregua Gaza (2009). Ha adattato Figlie di Ismaele nel vento e nella tempesta della scrittrice algerina Assia Djebar, ripreso nel 2009 presso il Miller Theatre di New York City. Si è occupata delll’adattamento teatrale di To Be In A Time Of War, della scrittrice e pittrice libanese Etel Adnan. Ha curato il podcast Per John B. Ritratti d’artista ad alta voce, tratto dal volume di John Berger, da lei tradotto, intitolato Ritratti (Il Saggiatore, 2018), disponibile qui.